Gli umani trascenderanno i loro limiti biologici? Secondo Raymond Kurzweil la risposta e’ si. Inevitabilmente.
Ray e’ un ex bambino prodigio, inventore e imprenditore di successo. Da tempo, ovvero fin da tempi non sospetti, sostiene il filone di pensiero esposto estensivamente nel libro (sorta di seguito dei precedenti “Age of intelligent machines” and “Age of spiritual machines”). La sua visione del futuro si sintetizza nel predire (attorno al 2045) il raggiungimento della Singolarita’, cosa che lo rende uno dei pensatori piu’ apprezzati del movimento trans-umanista.
Con la singolarita’, l’intelligenza artificiale superera’ quella biologica, o umana per gli antropocentrici. Da quel momento la vita non sara’ piu’ la stessa (ammesso che ancora lo sia nel cammino che ci porta alla Singolarita’ stessa).
Il libro cerca di sostenere questa tesi. E lo fa in maniera quantomeno esaustiva, se non convincente. Innanzitutto, un apparato bibliografico e di approfondimento gigantesco, con citazioni e riferimenti aggiornati (al 2005, per lo meno) su tutti i campi dello scibile affrontati (e si puo’ immaginare che un accadimento del genere li interessera’ proprio tutti). Una struttura del libro logica e consequenziale, ricca di riferimenti intertestuali e multimediali (il sito associato, Kurzweil.net, e’ un aggiornamento e approfondimento quotidiano del libro, ed e’ spettacolare per molti altri motivi). Un incedere piuttosto sistematico, aperto alle critiche ma convinto delle posizioni prese. Il tutto con in sottofondo un ottimismo pervasivo, che tuttavia risulta angosciante se non terrificante per gli antropocentrici e i fondamentalisti (ammetto che sono vizi di cui e’ difficile liberarsi; ma non e’ impossibile, e forse prima o poi bisognera’ farlo definitivamente).
La prospettiva tracciata parte dalla constatazione quantitativa e massiccia che l’evoluzione di ogni espressione umana basata su conoscenza e informazione, ovvero dalla tecnologia, procede esponenzialmente (vi viene in mente la “legge” di Moore? bene, si tratta solo di uno tra centinaia di indici con lo stesso trend, se non piu’ veloce). Dunque l’accelerazione e’ in atto da tempo e sara’ sempre piu’ evidente e onnipresente, e secondo Kurzweil ci portera’ dritti a fonderci con le nostre stesse creature, le quali a loro volta saranno il frutto sinergico di genetica, nanotecnologia e robotica (intelligenza artificiale forte) (GNR, in breve). Sara’ improprio e inaccurato, ovvero pregiudiziale, chiamare queste creature ancora artificiali, perche’ saranno a tutti gli effetti (se correttamente o auspicabilmente formate) espressioni dirette ed informate della nostra civilta’, dei nostri valori e delle nostre idee. Insomma, saranno, almeno all’inizio, umane sotto nuove spoglie. A quel punto la distinzione addirittura potrebbe essere addirittura marginale o senza senso, per cui la fusione sara’ facile ed indolore.
Ma non si trattera’ ovviamente di un processo istantaneo. Kurzweil pronostica le tappe dello sviluppo, ipotizzando realta’ virtuale onnipresente, nanorobot nel sangue per curarci, corpo umano 2.0 e 3.0 con durata di vita arbitraria, upload delle personalita’ e condivisione istantanea delle informazioni cosi’ come gia’ possibile tra macchine, fino ad arrivare a una civilta’ intelligente totalmente penetrata, immedesimata e unificata con la materia tanto da riempire l’intero universo di intelligenza. Non sara’ difficile ai nostalgici vedere in questa progressione vertiginosa una trascendenza che portera’ noi stessi a diventare simili a quello che si chiama “dio”.
Cio’ che rende interessante e coinvolgente il libro, e a differenziarlo da un semplice pezzo di fantascienza, e’ la sua aderenza alla (cono)scienza attuale (ma questo e’ ovviamente anche in grosso difetto, anche se inevitabile, perche’ non tiene conto di futuribili scoperte e invenzioni fondamentali quanto l’elettromagnetismo), ai vincoli del reale (ma non del plausibile, ovviamente: anzi, l’intero libro e’ un esercizio di espansione della percezione notevole). Kurzweil e’ bravo a non scadere (almeno non sempre, o non volontariamente per quanto possibile) nel delirio di onnipotenza o in farneticazioni sconclusionate degli invasati dall’ottimismo tecnologico (della serie: “nel 100000 l’uomo si sara’ evoluto ed avra’ fatto tutto”, come sinstetizzano con geniale ironia gli EelST in “Caro 2000”). A riprova, il libro dedica un intero capitolo ai pericoli intrinsecamente connessi ad un cattivo o deviato uso delle stesse tecnologie che permetteranno di raggiungere la Singolarita’ – che non faranno altro che amplificare a dismisura i pericolo intrinseci in ogni impresa e conseguente conoscenza scientifica. Kurzweil conviene con il Foresight Institute, fondato da Eric Drexler (il supposto “fondatore” della nanotecnologia), sulla necessita’ di imporre l’abbandono di alcuni filoni di ricerca o di alcune applicazioni di queste tecnologie (per esempio i nanorobot intelligenti auto-replicanti, che potrebbero annichilare l’intera biomassa del pianeta in 90 minuti).
E il capitolo finale dedicato alle risposte ai critici affronta anche molti argomenti filosofici e generali, smascherando dietro a molte delle obiezioni o negazioni della Singolarita’ della semplice ignoranza, antropocentrismo, fondamentalismo umanista. Spicca soprattutto la ridicolizzazione dell’argomento della “stanza cinese” di John Searle contro le pretese della intelligenza artificiale forte.

In conclusione, un tomo ardito, spregiudicato, provocatorio e presuntuoso, ma ragionato e assai interessante se non altro per le miriadi di spunti di riflessione e relativizzazione che effonde da ogni pagina, la quantita’ di informazione che propone e su cui si basa e la vastita’ degli orizzonti e delle prospettive che affronta.
Un libro letteralmente per super-uomini.