Raffinare la propria consapevolezza di se stessi e riuscire a guardarsi analiticamente in modo quanto possibile obiettivo: questo sembra essere l’unico modo per difendersi dalle manipolazioni addotte alla nostra mente. O quantomeno per limitarne gli effetti o addirittura i danni. Dalle onnipresenti suggestioni pubblicitarie alla manipolazione mediatica alle relazioni interpersonali o professionali, dalle interrogazioni ai culti alle culture alle terapie, le influenze che ci arrivano costantemente sono molte più di quante ci possano apparire, specialmente perchè le più efficaci per loro natura ci risultano invisibili. L’analisi del mindfucking (alias “brainwashing” alias “riforma del pensiero”) unisce inscindibilmente elementi di psicologia, sociologia e gnoseologia.
Questo testo di Stefano Re è una buona introduzione al tema. E’ strutturata in 3 parti. La prima si dedica ad una sintesi teorica delle tecniche più comuni e/o dei tratti comuni a tutte le tecniche che sono (state) utilizzate per manipolare la mente. Si tratta di una disamina di molti studi presenti in letteratura, schematizzati e riassunti in modo chiaro per quanto, forse inevitabilmente, noioso e ripetitivo. La seconda parte è dedicata agli esempi di mindfucking, a partire da quelli di prima generazione (espliciti) dei regimi totalitari (nazismo, Cina, URSS) o dei servizi segreti (CIA, KGB) fino a quelli di seconda generazione (non espliciti) come le sette e i culti, le religioni, le psicoterapie e i corsi professionali. Nel corso di queste panoramiche si constata come i tratti introdotti nella prima parte sono ricorrenti in queste pur diverse situazioni. Nella terza parte ci sono considerazioni generali ed alcune prescrizioni per difendersi dalle manipolazioni.
Il testo è interessante per la quantità di fonti e dati riportati, e soprattutto perchè induce il lettore a mettere in discussione molti assunti dati per scontati. La sensazione generale è di una decostruzione di un sistema tanto complesso come la mente e la personalità umana, che sembra potersi ridurre a elementi molto più banali e triviali (meccanici, estetici, relazionali, sociali) di quanto le filosofie di tutti i tempi possano indurre a pensare. Questo è inquietante, specialmente quando si pensa che il successo di queste tecniche è evidentemente dimostrato da fenomeni come il nazismo, sette come Scientology e religioni millenarie, società di “miglioramento personale”, corrosione della libertà individuale quotidiana ad opera della pubblicità, politica tribale (non mancano commenti negativi sulla attuale situazione politica e mediatica italiana).
Sono tanti poi i possibili collegamenti con idee storiche (ad esempio, gli “idola specus et fori” di Bacon, la “tabula rasa” di Locke).
L’autore ripete i concetti molte volte, sebbene in contesti diversi. Sottolinea come giudizi etici sul mindfucking sono labili e fuori luogo, in quanto possono anche questi essere frutto di concezioni indotte nel soggetto che li esprime (esemplare la interpretazione del film “Matrix” in chiave terroristica). Il mindfucking avviene in sostanza in ogni contatto della nostra mente con l'”esterno”. Non c’è vero cambiamento della mente se non consenziente (siamo noi che in ultima analisi accettiamo il cambiamento). Ed in effetti tutte le tecniche qui analizzate mirano essenzialmente e distruggere le difese personali ed indurre regressione a stati infantili per far accettare la nuova visione della realtà in maniera spontanea: se questo avviene, la vittima non si renderà neanche conto di essere sotto attacco, e addirittura arriverà a difendere il suo stesso cambiamento.
Tutto induce poi a meditare sulla vera essenza di ogni personalità, e addirittura sulla sua effettiva esistenza o meno.
Il testo poi ha tre possibili finali, a seconda della sensibilità del lettore: ottimista, moderato o paranoico.
A parte uno stile un pò troppo verboso, e qualche ripetizione di troppo, il testo è grandemente informativo e divulgativo, ricco di referenze a testi di approfondimento e non indulgente (come sarebbe facile in questo contesto) a facili paranoie.
Nel complesso, un testo molto consigliabile.